Che le nuove disposizioni in tema di acconto Tasi producano notevoli perplessità tra gli operatori è ormai cosa nota
Che il Governo abbia preso atto delle problematiche operative che ruotano intorno al nuovo tributo è invece una novità di questi giorni, dalla quale non possiamo che attenderci soluzioni in grado di salvare i contribuenti dal rischio caos che potrebbe scattare il 16 giugno di quest’anno.
Le soluzioni possibili
Due sono le possibili strade che, in questi ultimi giorni, sembrano percorribili.
Da un lato, il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, ha proposto di rinviare tutti i versamenti al 16 dicembre nei Comuni che non hanno deliberato entro le scadenze previste, mentre, dall’altro, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha proposto uno slittamento al 16 settembre in tutti i Comuni (che abbiano o meno deliberato nei termini).
Una nuova soluzione, indipendentemente da quale essa sia, dovrebbe vedere la luce in tempi brevissimi: si pensa di introdurre un emendamento a uno dei provvedimenti urgenti già all’esame del Senato.
A tal proposito si ipotizza un intervento sul decreto cassa (già all’esame del Senato) o sul decreto Irpef (sul quale stanno per avviarsi i lavori delle commissioni parlamentari).
I problemi da risolvere
In tema di Tasi si è già avuto modo, su queste colonne, di puntare il dito su tutte le difficoltà operative che potrebbero sorgere in vista dell’acconto.
Infatti, i Comuni possono deliberare entro il 23 maggio e le decisioni possono essere pubblicate sul sito del dipartimento delle Finanze entro il 31 maggio.
Senza considerare, in questa sede, il fatto che si avrebbero a disposizione soltanto 15 giorni per la liquidazione del tributo, è bene ricordare come moltissimi Comuni abbiano difficoltà a rispettare le scadenze fissate.
È infatti da considerare come siano previste le elezioni amministrative in ben 4.106 Comuni e ad alimentare il rebus Tasi sono intervenute due spending review con il decreto Irpef e il decreto casa che, nel continuare a modificare i fondi destinati agli enti locali, rendono impossibile calcolare quelle che sono le reali esigenze di gettito tributario.
Nei Comuni che non riescono a deliberare entro i termini, a causa delle problematicità appena richiamate, le disposizioni attuali prevedono che l’acconto Tasi sia versato:
- alle ordinarie scadenze, secondo una specifica aliquota standard, pari alla metà dell’aliquota base dell’1 per mille, per gli immobili diversi dalle abitazioni principali;
- il 16 dicembre, unitamente al saldo, per le abitazioni principali.
Se, quindi, per le abitazioni principali i contribuenti possono tirare un sospiro di sollievo (almeno per questi pochi mesi), per gli immobili diversi erano state sottolineate una serie di problematiche di non poco conto.
In primo luogo si apre il problema dei rimborsi.
Potrebbe infatti ben accadere che, dopo un primo versamento pari al 50% dell’1 per mille, il Comune deliberi l’esenzione per alcune tipologie di immobili o, più banalmente, fissi un’aliquota più bassa dell’1 per mille, in quanto l'Imu ha già raggiunto il massimo del 10,6 per mille. Come gestire in questo caso l’eventuale versamento in eccesso?
In secondo luogo, non è ancora chiaro come debba essere ripartita l’imposta tra proprietario dell’immobile e occupante. Se è vero che la Legge di stabilità ha chiarito che la compartecipazione dell’inquilino deve essere fissata in una percentuale compresa tra il 10% e il 30% del dovuto, i Comuni, con i loro regolamenti, devono individuare la quota esatta.
In mancanza di una deliberazione è quindi chiaro come i contribuenti non possano riuscire a individuare quali sono gli importi effettivamente a carico di ciascuna delle parti.
Comuni a rischio
Se effettivamente un rinvio delle scadenze di pagamento potrebbe essere una buona soluzione per i contribuenti (soprattutto se il nuovo termine è fissato a dicembre), non è chiaro come i Comuni possano far fronte agli eventuali problemi di liquidità che potrebbero aprirsi a seguito dello slittamento delle scadenze.
Non rimane, pertanto, che attendere i successivi sviluppi.
14 maggio 2014
Fonte: fiscal-focus.info
Autore: Redazione Fiscal Focus