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In arrivo, con il Collegato fiscale alla legge di Bilancio per il 2018, nuove misure di alleggerimento del costo del lavoro anche autonomo.

Allo studio del Governo infatti c’è l’ipotesi di una riduzione del 50 per cento dei contributi dovuti dai “giovani” lavoratori autonomi nei primi anni di attività, probabilmente tre. La misura favorisce i forfettari iscritti alla Gestione separata INPS e privi di Albo e di Cassa. Il taglio della contribuzione previdenziale per tali professionisti, oltre a favorire l’avviamento di nuove attività, garantirebbe una maggior equità al sistema previdenziale. Occorre, però, fare attenzione: la riduzione dei contributi non deve penalizzare l’anzianità contributiva dell’iscritto alla Gestione.
Il maxi-decreto fiscale che accompagnerà la legge di Bilancio 2018 dovrebbe prevedere misure di alleggerimento del costo del lavoro, anche autonomo. I tecnici del Governo stanno, infatti, valutando le risorse che sarebbero necessarie per una riduzione del 50 per cento dei contributi dovuti dai lavoratori autonomi nei primi anni di attività, probabilmente tre.
La misura si affiancherebbe al programmato sgravio del 50 per cento che dovrebbe essere riconosciuto in caso di assunzione a tempo indeterminato di giovani fino a 29 anni. Sembra essere infatti tramontata l’ipotesi di innalzare la soglia di età a 32 anni, e i 29 anni saranno probabilmente anche il limite per il riconoscimento della riduzione dei contributi per i lavoratori autonomi.

Contribuzione nelle diverse gestioni INPS a confronto
La misura andrà soprattutto a favorire i forfettari che, a fronte di un regime fiscale quanto mai favorevole, fanno spesso fatica a sostenere il costo della contribuzione, soprattutto se lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata INPS.
Gli iscritti alla Gestione dei commercianti e a quella degli artigiani che, avendone i requisiti, hanno scelto il regime fiscale forfettario di cui alla legge n. 190/2014 possono infatti optare per una riduzione del 35% della contribuzione previdenziale, effettuando entro il 28 febbraio di ogni anno una apposita comunicazione all’INPS. Pertanto è già attualmente possibile una riduzione del 35 per cento a favore dei titolari di partita IVA in regime forfettario che svolgono attività d’impresa e hanno l’obbligo di iscrizione alla gestione INPS degli artigiani o dei commercianti.
Non possono invece accedere alla contribuzione ridotta del 35% i contribuenti nel regime forfettario che svolgono attività professionali non soggette all'iscrizione obbligatoria alla Camera di Commercio e né alla cassa professionale e hanno obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS del lavoro autonomo.

Agevolazioni per gli iscritti agli Albi professionali
I lavoratori autonomi obbligati all’iscrizione ad Albi professionali sono di regola tenuti ad assicurarsi presso la Cassa di categoria, che spesso prevede agevolazioni contributive per coloro che iniziano l’attività.
La Cassa di previdenza dell’Ordine degli Avvocati, per esempio, ha recentemente approvato una delibera, sottoposta all’approvazione ministeriale, che consente di non applicare per cinque anni, dal 2018 al 2022, il contributo integrativo minimo ai redditi più bassi.
Analoga previsione è già in atto per i dottori commercialisti, la cui Cassa CNPADC consente di non versare il contributo minimo sia soggettivo che integrativo a coloro che si iscrivono per la prima volta alla Cassa prima di aver compiuto 35 anni di età, per i primi tre anni di iscrizione.
Il regolamento dell’ENPACL, la Cassa a cui sono obbligati ad iscriversi i consulenti del lavoro consente prevede in favore dei neo iscritti con meno di 35 anni di età, per l'anno di iscrizione e per i quattro anni solari successivi, nonché in favore dei pensionati di vecchiaia, anzianità e vecchiaia anticipata, la possibilità di versare la contribuzione soggettiva nella misura del 6 per cento del reddito professionale invece dell’ordinario 12 per cento.

Conclusioni
L’abbattimento della contribuzione previdenziale anche a favore dei professionisti privi di Albo e di Cassa di categoria, iscritti alla Gestione separata dell’INPS, costituirebbe, pertanto, una misura che -oltre a favorire l’avviamento delle nuove attività- darebbe maggior equità al sistema previdenziale delle professioni, facendo però attenzione a che la riduzione non penalizzi l’anzianità contributiva dell’iscritto alla Gestione. E’, infatti, regola generale di questa gestione che il mancato raggiungimento di un minino di contribuzione versata nell’anno comporti una riduzione del periodo assicurativo.
Il suddetto minimale è rapportato al livello di reddito minimo stabilito dall’art. 1, comma 3, della legge n. 233/1990, per gli iscritti alla gestione dei commercianti ed è pari ad euro 15.548,00 annue. Sarebbe peraltro utile che si desse seguito alla previsione della legge n.81 del 2017 che delega il Governo ad introdurre minimali e massimali contributivi ad hoc per la Gestione separata del lavoro autonomo.

Fonte: IPSOA
http://www.ipsoa.it